Dal Burkina Faso

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Fabiola Caporalini è volontaria presso il centro Abasmei di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. È un centro che accoglie malati mentali, sostenuto e seguito dallo scorso ottobre dalla associazione Amiciper di Tolentino; uno dei loro progetti più recenti. Ci manda i due seguenti brani.

La neve a Ouaga

Il centro Abasmei (accoglienza e cura dei malati mentali) di Ouagadougou è come la neve a Ouaga. Non te l’aspetteresti mai. Più che improbabile. Certamente difficile. Il centro Abasmei è la neve, silenzioso, solo, lontano, nascosto. E ti meraviglia e carezza l’anima con un soffio fresco nel deserto. Come la neve a Ouaga. Un follia. Esattamente. La loro ordinaria, perché quotidiana, malattia mentale li accompagna con le sue visioni, i suoi richiami, le sue elucubrazioni e insieme lottano per non cedere chissà a quali sirene, ben piantati sulla terra ferma, che talvolta diventa una barca in mezzo alla tempesta. Accanto a loro suor Rosalie, che al lavoro dei campi li richiama, alla cura dei fiori del giardino, alle attività degli allevamenti di animali. Li ancora alla terra in qualche modo, fermando i voli delle loro depressioni, delle nevrosi, delle schizofrenie o delle devastazioni dovute al consumo di sostanze. Nella comunità trovano un appiglio, un angolo per riposare i loro pensieri. Cosa facciamo noi per dare sostegno, perché questa neve incantata non si sciolga, perché sulla neve possano ritrovare le tracce per tornare a casa, perché le loro famiglie siano in grado di accoglierli e di prendersene cura? Sostenere il loro percorso di guarigione, pagare le cure, le attività di formazione professionale. Uno di loro chiede se si può guarire dalla malattia mentale e tornare alla normalità. Non lo sappiamo. Non siamo psichiatri, ma anche dalla malattia fisica si può o no non si può guarire. La sola cosa che sappiamo è che è nostro, sì nostro, dovere prenderci cura di loro.

Fabiola Caporalini

Essere donna

Essere donne è difficile ovunque. Un po’ di più in Africa, un po’ di più in Burkina Faso. Essere una malata mentale del Centro Abasmei con i figli al seguito e voler guarire è un atto eroico. Comunque, anche fosse un gesto inconsapevole. E una donna le aiuta: Rosalie. Lei, senza figli, mi guarda negli occhi e mi dice che anche se ne ho uno solo è una grazia di Dio. Che i figli siano Grazia e Salvezza l’ho sempre pensato. Mi guardo intorno e, su questa terra, i fiori della Grazia si moltiplicano. Il centro è pieno di bambini che hanno diritto alla mamma, alla gioia e alla vita tutta intera. So che tanti di voi sono impegnati a sostenere questi bambini. Cosa posso dirvi? Continuate a tenere loro le mani che le mamme non sono ancora capaci di trattenere. Siate madri. Qualsiasi cosa accada, siate madri. Chiunque può esserlo. Suor Rosalie lo è.

Fabiola Caporalini

Febbraio 2023

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